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Granoturco, Giorgio Kienerk

Giorgio Kienerk (Firenze, 1869 - Fauglia, 1948), olio su legno, cm 33 x68, Musei Civici di Pavia, Depositi

AUTORE

Giorgio Kienerk fu direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia dal 1905 al 1934; di formazione macchiaiola aderì al simbolismo. Negli ultimo anni della sua vita trascorreva il periodo estivo nella sua residenza di famiglia a Fauglia (PI) dipingendo i luoghi a lui più cari.

IL PAESAGGIO NEL DIPINTO
Il dipinto rappresenta una campagna coltivata nella quale si intravvede tra gli alberi un cascinale; la vista spazia a perdita d’occhio verso l’orizzonte, sotto un azzurro cielo terso tipicamente estivo.

In primo piano si vedono le pannocchie gialle del granoturco maturo, mentre sul fondo si alternano altre coltivazioni contraddistinte da sfumature di verde diverse. Più a sinistra si stagliano contro il cielo due cipressi, più in là due altri alberi dalle chiome compatte, probabilmente due pioppi, e a destra un altro albero la cui sagoma ricorda quella di una quercia.
Quello rappresentato è un paesaggio toscano, leggermente digradante, caratterizzato da alberi, cipressi svettanti ed alberi dalla chioma tondeggiante attorno ad insediamenti sparsi dai tetti rossi e dalle dimensioni modeste.

DAL DIPINTO AL TERRITORIO
Nel dipinto si riconosce la coltura del granoturco, assai diffusa anche nella campagna padana. Le coltivazioni nella Pianura Padana si estendono in reticoli regolari su un suolo piano disegnato da filari uniformi di pioppi e querce che fungono da frangivento e che spesso ricalcano le antiche suddivisioni della centuriazione romana. I campi di granoturco si alternano ai campi di frumento differenziandosene per il colore verde intenso delle piante, per le dimensioni del fusto, delle foglie e per le infiorescenze.
Il mais è stato introdotto in Europa dopo la scoperta dell’America. Venne coltivato inizialmente in Andalusia da agricoltori arabi come mangime per gli animali, poi utilizzato anche nella dieta umana. Nel XVII si diffuse in tutta Europa fino al Caucaso dove, grazie alle con­dizioni climatiche favorevoli, le produzioni risultarono più abbondanti rispetto a quelle dei cereali tradizionali.

Presto il mais iniziò a diffondesi anche in Italia, probabil­mente con varietà provenienti dai vicini Balcani (da cui forse deriva il nome popolare «granoturco»). Le regioni padane e, in particolare, quelle nord-orien­tali furono quelle che diedero vita alle coltivazioni più estese e redditizie. Sarà la dieta quasi esclusivamente a base di mais alla fine dell’Ottocento la causa della pellagra, una malattia che si diffonderà in tutte le campagne. Questo secolo darà anche inizio alla coltivazione intensiva introducendo ibridi di Zea mays più altamente produttivi e tecniche colturali più sofisticate. Questo tipo di coltura si concentrerà soprattutto in Veneto, Lom­bardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia che da sole forniscono circa il 66% di tutta la produzione italiana.

campo di granoturco nel pavese, 2009

Campo di granoturco nel pavese, 2009

APPROFONDIMENTO: La polenta

LINEE DI RICERCA

  • Quali alimenti sono stati introdotti nella cucina italiana provenienti da altri continenti? la loro introduzione ha cambiato l’aspetto del paesaggio agrario? Se sì, come?
  • Avrai sentito parlare di mais transgenico;  informati sulle tematiche relative alla introduzione di ogm nell’ambiente: interessi strategici per il settore agroalimentare, per il commercio, per l’ambiente, per la salute, per lo sviluppo economico e sociale.

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